Gli alberi e i fiori che un tempo decoravano Villa D’Este

Gli alberi e i fiori che un tempo decoravano Villa D’Este

All’interno di villa D’Este si possono ammirare cipressi pluricentenari, gigantesche sequoie e altre piante di notevole valore storico e paesaggistico che abbelliscono le numerose fontane, realizzate dall’ architetto Pirro Ligorio nel 1550. Ma quali alberi poteva vedere e i profumi di quali fiori annusare il visitatore di un tempo? In passato nella villa erano presenti più di oggi gli agrumi e gli olmi.

Dell’ impianto originario facevano parte anche garofani, gigli, gelsomini, erbe aromatiche, viti, corbezzoli, mirti, lecci e allori. Questo tipo di flora, molto comune nella zona, è consueta in tutti i giardini di derivazione classica. I pini e i cipressi, che caratterizzano tutt’ora il giardino estense, furono inseriti nel XVII secolo.

La struttura delle zone verdi della villa è ricostruibile grazie all’affresco di Girolamo Muziano nel salone del Palazzo oltre che dalle fonti letterarie. Sappiamo che al centro si trovava il Giardino dei Semplici con padiglioni e pergolati in legno ricchi di aranci, uva edera e gelsomini.

A sud ovest vi erano due labirinti di mirti, allori e corbezzoli chiusi a valle da una serie di olmi per difendere il giardino dall’aria marina. I bellissimi olmi si trovavano precisamente nei pressi delle Peschiere, della Fontana dell’Ovato e nel viale tra la Fontana della Civetta ed il Portone di San Pietro.Lo storico Gian Battista Zappi nel 1576 racconta che nella villa crescevano edera, gelsomini e uva nera, la cui bontà attirava i principi e i cardinali di Roma.

Prospetto dei giardini

Ci dice inoltre che circa 80 bellissimi vasi di creta erano impiantati con melograni e limoni. Sappiamo inoltre che la parte centrale del giardino inizialmente fu lasciata libera dagli alberi. Dall’affresco Prospetto della villa di Girolamo Muziano possiamo vedere i quattro labirinti del giardino basso piantati con mirti, allori e ciliegie. La scelta progettuale era quella di dare un effetto di profondità dal basso verso l’alto per creare un effetto scenografico e un allontanamento prospettico del Palazzo.

Pertanto gli alberi si intensificavano dalla zona in piano per arrivare ai fitti boschetti dei piani superiori. Adiacente al palazzo si trovava il Giardino Segreto, ovvero il giardino privato del cardinale Ippolito D’Este, a cui accedeva direttamente dalle sue stanze. Si trattava di un piazzaletto rotondo con sedili, chiuso da alti muri con finestre che si affacciavano verso il vasto giardino sul colle.

Oggi l’assetto vegetale di villa D’Este è completamente mutato rispetto al giardino originario. Nel Seicento gli olmi furono sostituiti dai lecci nel lato sud ovest, e nei pendii collinari le viti e gli agrumi lasciarono spazio a pini e cipressi.

I labirinti, i padiglioni, i pergolati in legno e il Giardino dei semplici furono sostituiti da parterres riccamente decorati. Nell’Ottocento si reintegrò l’antica vegetazione e si impiantarono specie mediterranee come il tasso, l’albero di Giuda, l’olivo e la palma da datteri.

Si introdussero anche i cedri e le sequoie. Attualmente a villa D’Este vediamo prevalere le piante impiantate in occasione del restauro degli anni ’20 del XIX secolo, estranee all’antico contesto.

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