I secolari cipressi di Villa D’Este
Se siete turisti a Roma, vale la pena una visita guidata alla vicina cittadina di Tivoli per scoprire la bellissima Villa D’Este. La passeggiata tra le sue fontane e i suoi giardini è qualcosa da non perdere assolutamente.
Non a caso Villa d’Este vanta il titolo di Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Tra le zone più apprezzate del giardino di villa D’Este vi è la Rotonda dei Cipressi. Si trova nella parte più bassa del giardino, vicino all’originario ingresso del palazzo.
Vi si giunge attraversando il piazzale prospiciente la Fontana di Nettuno e proseguendo in avanti, svoltando poi a sinistra. Si tratta di uno slargo circolare circondato da giganteschi alberi di cipresso. Le nostre guide turistiche saranno liete di accompagnarvi nel posto. Qui avrete una visione d’insieme della villa, delle fontane e del paesaggio circostante.
Alla vista dei maestosi alberi rimarrete stupiti ed estasiati. Questi alberi sono secolari e probabilmente sono tra i più antichi esempi d’Italia. In origine al posto dei cipressi qui vi erano un grande chiosco in legno, grandi pergole ed un anfiteatro di statue che raffiguravano le Arti Liberali.
Pini e cipressi di Villa d’Este
I pini e i cipressi, che caratterizzano tutt’ora il giardino estense, dandole un accento romantico furono inseriti nel XVII secolo. Gli ospiti dei cardinali estensi restavano di stucco una volta giunti dinanzi l’esedra circolare. Da qui tra il verde e i zampilli delle acque delle Fontane si scorgeva in alto il sontuoso Palazzo. Nell’opera il Notturno di Gabriele D’Annunzio sono cantati proprio questi cipressi “Essere il più alto e il più fosco cipresso di Villa D’Este”.
Purtroppo oggi non godono di ottima salute ma come un tempo incutono ammirazione e stupore. Tra le condizioni ambientali sfavorevoli va in primo luogo segnalato l’eccessivo ombreggiamento di molte zone dovuto all’esposizione a settentrione del giardino. L’alto grado di ombreggiamento favorisce l’insorgere di fenomeni virosi e di attacchi fungini alle piante.
La mancanza per moltissimi anni d’interventi nutrizionali al terreno con le opportune concimazioni non ha giovato alla salute delle piante. Inoltre è stata disastrosa la ricopertura durante il dopoguerra dei fondi in terra battuta dei viali e dei piazzali con pavimentazioni in pietra o cemento. Queste impediscono la respirazione delle radici, incrementano nei mesi estivi la temperatura del suolo e ostacolano l’assorbimento delle acque piovane o d’irrigazione.
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