Il foro romano di Tivoli

Il foro romano di Tivoli

È difficile è ricostruire la pianta dell’antica città Tivoli sulla base dei monumenti attualmente conservati. In uno stesso spazio si costruì più e più volte nel corso dei secoli, così da cancellare le tracce degli edifici più antichi. Tuttavia è stato possibile ricostruire il perimetro della cinta urbana localizzando alcune porte d’accesso: la porta a N-O, presso la Via del Colle, detta Porta Romana, la porta a S, presso la Via della Missione, detta Porta Aventia, la porta a S-E, non lontano dalla Piazza del Governo, detta Porta Varana, la porta ad E, presso la Via dei Sosii, detta Porta Maggiore, la porta a N-E, presso la Piazza Rivarola, detta Porta Cornuta.

Il foro romano di Tivoli, fulcro dell’antica vita cittadina e punto di confluenza dei principali percorsi viari, era compreso tra le odierne Piazza Domenico Tani, Piazza Duomo, via del tempio d’Ercole e via di Canonica. Il più recente e principale studio sul sito dell’antico foro è l’opera di Cairoli Fulvio Giuliani, pubblicata all’ interno della Forme Italiae. Lo studioso elabora una carta archeologica in cui ricostruisce i limiti del foro, proponendone l’orientamento e le dimensioni. Corregge inoltre la posizione della Mensa Ponderaria e le sue dimensioni.

L’area del foro si sviluppava nel punto in cui il leggero pendio, che discende dalle terrazze di Castovetere, dove sorgeva l’acropoli antica, diventava per un breve tratto pianeggiante. Il foro si apriva sul principale asse viario che collegava il cuore della città all’esterno, ovvero il tratto urbano della via Tiburtina. La costruzione del Santuario di Ercole Vincitore comportò l’ampliamento del Foro per mezzo di una terrazza che ne allargava i confini verso Ovest.

Santuario di Ercole Vincitore

I pellegrini del santuario salendo in città si trovavano di fronte a sé l’imponente foro. La basilica del Foro occupava il lato breve orientale della piazza quadrangolare , nel luogo dell’attuale Duomo che conserva nelle sue fondamenta un lungo tratto di muro in opus incertum quasi reticulatum costituente il lato meridionale delle fondazioni della chiesa. Dietro l’abside del Duomo, inoltre, si conserva una parete ad andamento curvo della stessa tecnica costruttiva.

L’esistenza di questa Basilica è confermata dal rinvenimento di un’iscrizione che la menziona come donata alla città da un certo Orbius. Sul lato meridionale del Foro si conserva un edificio rettangolare coperto a volta, il cosiddetto Ponderarium della città. Si tratta di un edificio destinato a pubblica Pesa e ad ufficio di Annona, che conservava nei magazzini i campioni dei pesi ufficialmente riconosciuti nel commercio antico.

Qui sono state rinvenute due mense ponderarie, una delle quali decorata con un tirso ed una clava a rilievo. Nelle vicinanze si conservano i resti di un Augusteum, riconosciuto tale per la presenza di una statua acefala di imperatore dedicata da M. Varena Difilo, vissuto in epoca augustea.

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