Il mosaico di Elle e Frisso
Villa D’Este è uno dei maggiori esempi di emulazione dell’antico. È il frutto di un preciso clima di entusiasmi archeologici. L’idea dei molti edifici sparsi nel giardino e dei numerosi giochi d’acque che potrete ammirare prenotando la vostra visita guidata è nata proprio osservando la vicina Villa Adriana.
Anche lo spunto di alcuni elementi architettonici può essere fatto risalire all’antica villa dell’imperatore Adriano. Ad esempio il ninfeo ad Esedra nella fontana della città di Tivoli può essere stato imitato guardando il triclinio del Canopo a villa Adriana.
Oppure la fontana dell’Ovato ha un chiaro collegamento con la Piscina Ovata della villa imperiale. Anche i dipinti illusionistici che potrete osservare al pian terreno del Palazzo richiamano all’antico. Per la decorazione dei ninfei e delle fontane sono utilizzati mosaici, conchiglie e marmi, ad imitazione dell’arte romana antica.
Tra i mosaici non possiamo non citare quello di Elle e Frisso che pavimentava la Fontana di Proserpina. Il bellissimo mosaico fu rinvenuto a villa Manni, edificata sui resti dell’antica città romana Trebula Suffenas, nei pressi del Passo della Fortuna a Ciciliano.
La città raggiunse il massimo splendore in epoca imperiale divenendo il centro politico ed economico dei Suffenati. Le nostre guide turistiche potranno accompagnarvi a quest’area archeologica dove potrete scrutare gli antichi tratti delle strade, le case, il foro, le tombe e le terme.
Villa Manni
Villa Manni detta anche dei Lucilii è edificata proprio sulle terme, risalenti al II secolo d.C., Il mosaico di Elle e Frisso fu rinvenuto nel frigidarium durante gli scavi condotti da Faccenna del Secondo Dopo Guerra. Si tratta di uno splendido pavimento di 45 mq con tessere in bianco e nero in cui sono raffigurati Elle e Frisso. Secondo la leggenda Ino, seconda moglie di Atamante, falsificando il responso dell’oracolo di Delfi, avrebbe convinto il marito a sacrificare i figli, Frisso e Elle, a Zeus per far cessare la siccità.
I due vennero però salvati dall’intervento della madre Nefele, che li fece fuggire in volo sull’ariete d’oro verso la Colchide. Ma, durante la fuga, Elle cadde nel braccio di mare che da lei prese il nome e vi affogò. Secondo un’altra versione la fanciulla fu salvata da Poseidone e da lui ebbe due figli Paion o Etonos. Nel mosaico possiamo vedere al centro Frisso sopra l’ariete dal vello d’oro.
Egli ha lunghi capelli e manto svolazzante dietro le spalle. Sotto vediamo Elle con braccio proteso verso l’alto che sta per annegare. Intorno vi sono le Nereidi che cavalcano mostri marini, centauri e tritoni che suonano il flauto e un amorino su di un delfino. Il mosaico risale all’imperatore Antonino Pio e gli artigiani che lo eseguirono sono gli stessi che lavorarono ad Ostia antica.
Il mosaico come detto fu portato a villa D’Este per la pavimentazione della Fontana di Proserpina e per molto tempo rimase soggetto al calpestio dei numerosissimi visitatori. Ora è conservato nei depositi del Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli.
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