Il salone del Convito
Il cuore dell’Appartamento di Rappresentanza della Villa D’Este di Tivoli è il vasto e importante Salone del Convito. Prenotando la vostra visita guidata potrete ammirare il famoso Banchetto degli Dei, dipinto da Federico Zuccari che campeggia sul soffitto. Il tema del convito celeste è molto ricorrente nel XVI secolo ed allude alla destinazione dell’ambiente a sala per banchetti.
La scena centrale è circondata da un fitto colonnato che da all’affresco un consistente valore prospettico. Agli angoli della volta il pittore pose le raffigurazioni allegoriche delle Quattro Stagioni. Nelle decorazioni parietali del salone operarono anche altri famosi artisti che, come lo Zuccari, si distinsero nell’arte del Manierismo italiano. Sto parlando di Matteo Neroni e Girolamo Muziano.
Essi hanno dipinto qui i più importanti possedimenti del cardinale Ippolito II D’Este, proprietario della villa. Si ricordano il Prospetto di Villa D’Este su uno dei lati brevi e Il complesso estense visto dalle peschiere su uno dei lati lunghi. Il primo affresco, realizzato dal Muziano, è particolarmente importante perché ci testimonia quale aspetto avrebbe dovuto avere la villa secondo il primitivo progetto. Possiamo vedere la villa suddivisa secondo criteri classici in cardi e decumani, cioè secondo linee rette che si incontrano ad angolo retto.
Osservando ancora il dipinto notiamo che la facciata sul giardino era di dimensioni ridotte, gli avancorpi erano dotati di un altro piano, culminante in una sorta di torretta, il basamento era ricoperto di bugnato, così come gli spigoli del palazzo rinforzati in tal modo in tutta la loro altezza. Opposto a questo affresco, sul secondo lato breve, osserviamo il dipinto del Tempietto circolare della Sibilla con la sua cascata. Si tratta di un’originale fontana parietale contenente la raffigurazione di Tivoli nell’antichità.
Nel dipinto compaiono i temi dell’aquila e dei pomi aurei delle Esperidi, che sovrastano la raffigurazione del Tempietto. È presente inoltre il motto del cardinale ab insomni non custodita dracone ovvero non custoditi dal drago insonne. Torna così il tema dei tre pomi d’oro e di Ercole.
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