L’Appartamento Vecchio di Villa d’Este
Iniziamo la nostra visita guidata a Villa D’Este entrando nell’Appartamento Vecchio, ovvero le stanze del Palazzo adibite ad abitazione privata del cardinale Ippolito II D’Este. L’appartamento è rivolto a settentrione e si affaccia su uno splendido panorama, il quale costituisce la principale attrattiva dell’ala del palazzo. Alcune sale si affacciano sul Giardino Segreto ovvero il giardino privato del cardinale.
Si trattava di un piazzaletto rotondo con sedili, chiuso da alti muri con finestre che si affacciavano verso il vasto giardino sul colle. L’ampia sala principale dell’Appartamento Vecchio è dedicata all’esaltazione delle Virtù Romane. Nella parte alta delle pareti potete vedere un’ampia fascia dove compaiono numerose figure allegoriche.
Ci spostiamo ora nel terrazzo della sala che consente di godere di uno splendido panorama dei Monti Lucretili, Cornicolani e Sabatini fino ad arrivare ad ovest verso Roma e il mare. Passiamo ora alla sala successiva che fungeva da anticamera. Questa è decorata con medaglioni recanti figure simboliche che si alternano ad aquile araldiche. La stanza da accesso anche alla camera da letto d’Ippolito II.
Le Virtù cardinali
Qui sono affrescate le personificazioni delle Virtù: Speranza, Letizia, Giustizia, Abbondanza, Pietà e Fortuna. Da qui si passa allo studio privato del cardinale dedicato ai mestieri e le occupazioni dell’uomo. Nell’ ambiente spicca la raffigurazione simbolica di Tibur Superbum circondata dalle figure del Falegname, Muratore, Fabbro e Ortolano. Da qui raggiungeremo la Cappella del Cardinale affrescata con episodi della vita della Vergine: la nascita, la presentazione al tempio, lo sposalizio della Vergine, la visitazione, L’annunciazione e la morte. Compaiono inoltre profeti e sibille, scene bibliche e il paesaggio tiburtino.
Gli affreschi furono eseguiti da Federico Zuccari nel XVI secolo. Nella volta a botte della cappella spicca l’episodio dell’ Incoronazione della Vergine Maria. Il fulcro della cappella è il quadro che sormonta l’altare incorniciato da una fitta ghirlanda di frutti. Esso opera di un artista anonimo che operò nel primo decennio del XVII secolo ritrae la Madonna di Reggio. La particolarità del dipinto sta nel fatto che il Bambino Gesù siede leggermente discosto dalla Madonna anziché in braccio.
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