Palazzo del cardinale Ippolito II d’Este

Ippolito II d'EsteIppolito II d'Este

Palazzo del cardinale Ippolito II d’Este

Villa d’ Este è un capolavoro del Rinascimento italiano. Fu commissionata nel 1550 dal cardinale Ippolito II d’Este, figlio di Lucrezia Borgia e Alfonso I Duca di Ferrara. Il cardinale, deluso per la mancata elezione papale, volle far rivivere a Tivoli i fasti delle corti europee e l’antico splendore della vicina Villa Adriana, residenza dell’imperatore Adriano.

Il lussuoso Palazzo di Villa D’Este con il lussureggiante giardino fu costruito, su progetto di Pirro Ligorio, trasformando il vecchio palazzo del Governo, ospitato nel preesistente convento benedettino di Santa Maria Maggiore.

È articolato su due piani principali: il superiore, a livello del chiostro benedettino inglobato nella costruzione, riservato ai cardinali d’Este, e quello inferiore in cui si aprono i saloni di rappresentanza. Bellissima la sala centrale del Piano Nobile, detta del Trono, con un soffitto ripartito in quattro parti: due vedute dell’Aniene, il Tempio della Tosse ed il tempietto di Vesta.

Da non perdere la piccola Cappella, realizzata da Federico Zuccari. Il Pian terreno costituisce la parte di maggior rilievo per gli affreschi di Muziano e dello Zuccari. Quest’ultimo dipinse il Convito degli Dei, nel centro del soffitto del Salone di Rappresentanza, dove è anche una fontana in mosaico, raffigurante il Tempio della Sibilla, e , su una parete il progetto della Villa, realizzato dal Muziano.

A sinistra del Salone Centrale si trova una sala con scene delle fatiche di Ercole. Suggestive le due Stanze tiburtine, eseguite da Cesare Nebbia.

Ad oggi Villa d’Este è una delle più importanti ville del rinascimento romano, adornata dai grandi maestri manieristi che vi hanno lavorato in contemporanea con i Musei Vaticani e Palazzo Farnese a Caprarola. Come anche Castel Sant’Angelo, meravigliose testimonianze del manierismo romano portato avanti dai fratelli Zuccari a Roma ed in altre parti d’Italia.

La villa dopo la morte del cardinale rimane ai nipoti i quali si preoccuperanno di portare avanti i lavori in particolar modo nella zona del giardino.

Il giardino d’Ippolito II d’Este

Dopo la morte del cardinale Ippolito d’Este i nipoti Alessandro e Luigi d’Este portarono avanti il grande lavoro che aveva commissionato lo zio che purtroppo non riusci a terminare visto che mori di gotta nel 1570 circa.

La seconda fase della villa è tipicamente Seicentesca dove lo stesso Bernini ha provveduto a sistemare i giardini, collocando la straordinaria fontana chiamata del Bicchierone. Dove lo stesso Bernini volle collocare al centro della vista una grande fontana a ricordare una grande conchiglia con lo stemma floreale del giglio. Per ricordare lo stemma della famiglia d’Este il quale è composto con l’aquila reale e il giglio francese.

L’opera di Gian Lorenzo Bernini è stata un importante opera di assestamento sia della villa che del giardino. Visto che lo stesso artista era un esperto anche di giardini. In seguito alla morte dei Cardinali d’Este la villa per un meccanismo ereditario passo agli Asburgo d’Austria che non si curarono molto della villa.

La quale rimase abbandonata per molti anni, facendo ritorno all’Italia solo dopo la prima guerra mondale verso il 1920. Con la perdita della prima guerra mondiale l’Austria perdette la sovranità anche nella villa che fortunatamente lo stato Italiano ha saputo recuperare e portare avanti ne migliori dei modi.

Visitando la villa ed il giardino si possono anche ammirare una varietà di piante molto grande, in particolar modo gli alberi di cui alcuni sono ancora originali come il famoso cipresso piantato nella rotonda dei cipressi. Sono un paio sono ancora vivi dall’epoca, rimanere il fatto che ogni  cipresso ha circa 400 anni e ciò non è affatto poco.

Molto belli sono alcuni cedri Libano che sono di una particolare portata visto la loro grandezza.

 

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